Abbonamento a feed RSS Agensir
Servizio Informazione Religiosa
Aggiornato: 3 mesi 3 settimane fa

Incontri del Mediterraneo: “Teatro delle più grandi tragedie, il Mediterraneo possa diventare fonte di vita e promessa di futuro”

Lun, 25/09/2023 - 09:31

(da Marsiglia) “Possa il Mediterraneo tornare ad essere culla, luogo di incontro e fonte di crescita”. Con questo auspicio si conclude il comunicato finale diffuso al termine degli Incontri del Mediterraneo, scritto dal Comitato organizzativo e diffuso alla stampa oggi. In continuazione con Bari e Firenze, gli Incontri di Marsiglia hanno riunito giovani delle cinque sponde del Mediterraneo e di venticinque Paesi, nonché vescovi di tutto il Mediterraneo. La scelta di Marsiglia non è stata casuale perché – sottolinea il Comitato organizzativo – è città mosaico di popoli e culture dove “diversità è la bellezza”.

In questi giorni, giovani e vescovi si sono confrontati sui drammi che attraversano il Mediterraneo e i Paesi che si affacciano sulle sue sponde. “Le tragedie e le sfide sono numerose: al grido della terra fa eco quello del mare. Il mare è fonte di vita, promessa di futuro, ma oggi è diventato anche teatro delle più grandi tragedie”. Dall’Oriente all’Occidente, dal Mashrek al Maghreb, il Mediterraneo “è diventato un mare dove vivono armi e violenza. È diventato anche una tomba per coloro che hanno rischiato di attraversarla in cerca di un futuro migliore”. “Donne, uomini e bambini, in fuga dalla guerra, giovani a cui è bloccato il futuro, credenti impossibilitati a vivere liberamente la propria fede”. Il pensiero va in particolare al “grido dei nostri fratelli cristiani dell’Oriente che si sentono abbandonati, isolati, minacciati nelle loro tradizioni secolari”. Alla luce di queste sfide, l’annuncio della speranza sulle sponde mediterranee appare “precario, fragile e difficile”.

Ma il dramma non è più solo umano, è anche ambientale. “Le rive si seccano, gli alberi bruciano, le foreste vengono rase al suolo, le pianure sono allagate. La questione ecologica diventa di tutti, ma la responsabilità è ineguale”, si legge nel comunicato. “Alcuni stanno lavorando per sviluppare soluzioni, ma stanno perdendo forza di fronte all’egoismo e all’indifferenza”. Al memoriale dei dispersi in mare, ai piedi della Basilica di Notre-Dame-de-la-Garde, Papa Francesco ha parlato di “fanatismo dell’indifferenza”. “Siamo tutti sfidati, soprattutto e soprattutto all’interno delle nostre Chiese. Come rispondono a questi drammi e a queste grida? Sono all’altezza di queste sfide?”.

L’impegno delle nostre Chiese. “Avevamo ricevuto un mandato dal Santo Padre: proporre cammini concreti di riconciliazione e di pace”. Il Comitato sintetizza alcune piste di azioni: c’è l’impegno a proseguire il cammino e “a incontrarci regolarmente”, grazie anche ad una rete accademica che può contribuire a “rafforzare la consapevolezza mediterranea, fondamento dell’autentica fraternità tra i popoli”. Viene anche espresso il desiderio di promuovere una “educazione alle relazioni tra i giovani”. C’è la proposta di promuovere gemellaggi tra gli attori civili, economici e religiosi delle cinque sponde e progetti per “un’ecologia che rispetti la terra, il mare e le persone”. In questo senso si pensa di organizzare un “Incontro Mediterraneo dei Giovani sull’ecologia” come pure di avviare un progetto di “una barca della pace, circolante tra tutti i porti del Mediterraneo” che “potrebbe contribuire alla formazione al dialogo dei giovani mediterranei”. Emerge poi la prospettiva di una “Conferenza ecclesiale del Mediterraneo”.

ExpoAid 2023 a Rimini. Locatelli (ministro): “Da qui ripartiamo per un piano nazionale sulla disabilità”

Lun, 25/09/2023 - 09:25

(da Rimini) “Rimini è stato un punto di incontro per tutte le persone che si occupano di disabilità nei diversi contesti: dal mondo del terzo settore all’associazionismo, dallo sport alla cultura, dalle persone stesse con disabilità alle istituzioni a tutti i livelli. Mi auguro che l’evento che abbiamo vissuto possa unire ancora di più questo mondo su alcuni punti fermi, per invertire l’ordine di priorità che spesso ci vede in fondo alla lista delle cose da fare”. Il ministro per le Disabilità, Alessandra Locatelli, parla a conclusione dell’evento che ha visto riunite nel capoluogo romagnolo oltre duemila persone per ExpoAid 2023 sul tema “Io, persona al centro”.

Da Rimini si riparte per definire un piano di azione?
Abbiamo capito dove siamo arrivati e cosa dobbiamo fare. Quanto emerso in questi giorni sarà fondamentale anche per l’Osservatorio nazionale sulla condizione di vita delle persone con disabilità, che presiedo e che sarà totalmente rinnovato.

Il prossimo piano nazionale sulla disabilità sarà operativo: non un trattato di filosofia, ma una risposta concreta alle esigenze delle persone.

Per farlo era fondamentale che le linee guida su cui lavorare fossero condivise e accogliessero le voci del territorio. Il piano sarà decisivo per la programmazione dei prossimi anni e avrà la firma del presidente della Repubblica. È un documento di grande importanza.

ExpoAid è stata l’occasione per dare la parola a tante realtà diverse.
Tutti devono avere la possibilità di portare il loro contributo. Abbiamo voluto dare spazio alle esperienze della disabilità in tutte le aree di intervento della vita quotidiana. L’evento ha avuto una dimensione seminariale per preparare le linee guida e una dimensione espositiva per far capire che ci sono davvero in Italia tante buone pratiche da condividere con esempi di progetti di inclusione e innovazione. C’è stata la festa serale al porto, che non è stato un evento banale ma ha coinvolto direttamente i ragazzi con disabilità intellettive, relazionali e di altro tipo. Hanno mostrato a tutti i talenti che possiedono, le competenze che mettono in campo ogni giorno. Il lavoro teorico intorno al tavolo si è unito alla divulgazione, abbiamo raccontato il valore di ogni persona.

Si augura una svolta culturale?
Assolutamente sì. È uno sforzo da fare a livello istituzionale – nazionale, regionale e comunale – per quel che concerne il tema della co-programmazione e della co-progettazione, ma anche del voler investire sugli altri e credere che ognuno abbia le potenzialità. Nei percorsi scolastici, di formazione, di lavoro, di inclusione. Ma anche nella dimensione privata, in cui troppo spesso registriamo ancora situazioni spiacevoli che vedono protagonisti i pregiudizi.

Abbiamo bisogno di uno sguardo rinnovato.

Dopo Rimini si torna a lavorare sui decreti attuativi della legge delega?
Lavoriamo intensamente perché abbiamo delle scadenze importanti. Due decreti sono già stati portati al Consiglio dei ministri e stanno seguendo il loro iter parlamentare: la riqualificazione degli enti locali dal punto di vista dell’accessibilità e l’istituzione della figura del Garante nazionale per le persone con disabilità. Adesso abbiamo due decreti, quelli più importanti, che sono stati definiti in bozza dai tavoli di lavoro. Si tratta del progetto di vita e della valutazione di base. Inoltre, abbiamo iniziato un’attività di concertazione con gli altri Ministeri, che è importante dal punto di vista economico e di condivisione dei percorsi.

La vera partita

Lun, 25/09/2023 - 00:43

È soltanto un gioco. Chissà quante volte lo abbiamo detto e quante volte abbiamo pensato al gioco come a qualcosa di poco importante, superficiale. Non è così. Il gioco, soprattutto quando si parla di sport, è un allenamento alla vita. Per giocare bene, e quindi divertirsi, occorre seguire regole, prepararsi, concentrarsi, osservare gli alti e interagire. Così come nella vita, che è sempre un gioco di squadra. Lo sport ci insegna tutto questo, ci insegna il valore dell’allenamento (che è un altro modo per dire educazione), ci insegna a farci aiutare dai nostri educatori (che è un altro modo per dire “fiducia” nelle persone che hanno più esperienza di noi) e ci insegna a stare con gli altri mettendo insieme le differenze, nella convinzione che questo sia il vero punto di forza (l’inclusione). In queste settimane sono tante le iniziative che ci parlano di sport e di educazione, dal recente Sport in piazza, vetrina delle numerose attività sportive e associazioni presenti sul territorio, al Torneo don Oreste Benzi che si giocherà domenica prossima. E sarà una festa. Al di là dei risultati, del podio, della performance. Perché la vera vittoria è un’altra. Poi lo sport è anche competizione, risultato, classifica, vittoria, sconfitta. Ed è normale che sia così. Ad alti livelli diventa anche business e spettacolo. E non necessariamente tutto questo è negativo. Certo è che se a prevalere sono questi ultimi elementi, cresce in modo esponenziale il rischio di perdere di vista tutto il resto. Che è la parte più importante. E allora sì, la partita è persa.

Pagine